Storia dell'ospedale di Tavazzano

Data l’importanza di tale struttura, è bene aprire una digressione, allo scopo di fornire alcune notizie storiche su di essa.
Innanzi tutto, non dobbiamo attribuire al termine "Ospedale" il concetto moderno di "luogo di cura dei malati". Esso deriva dal latino DOMUS HOSPITALIS, che vuole dire luogo ospitale, od ospizio (nel Medioevo si chiamava pure XENODOCHIO, vocabolo d’origine greca, che significava: ostello per pellegrini).
L’ospedale di Tavazzano fu infatti un valido presidio per la sosta e il conforto dei pellegrini e assolse la sua funzione per più di 350 anni.
Era governato da un ministro, vi erano tre frati, tre monache e un sacerdote per la Santa Messa e altre funzioni religiose nell’Oratorio dell’Ospedale medesimo, e non meno di quattro letti per i pellegrini. Vi erano un refettorio, stalle e magazzini.
Dopo un periodo di buon funzionamento e di buoni rapporti con il Prete della Chiesa di S. Giovanni Battista di Tavazzano, sorsero contrasti fra detto prete e i conversi dell’Ospedale, contrasti che furono risolti dal Vescovo Monsignor Arderico, il quale, il 13 febbraio 1203, unì la Chiesa con le sue rendite ai beni dell’Ospedale.
L’Ospedale, quando fu fondato, si chiamava "Ospedale del Guado", per le molte acque del Sillaro che vi stagnavano. Dopo che il vescovo Arderico vi unì la Chiesa di Tavazzano, l’ospedale prese il nome di "Ospedale di S. Giovanni Battista di Tavazzano".
Insigni privilegi ebbe nel 1400 dalla duchessa Bianca Maria Sforza e dalla duchessa Bona di Savoia, moglie di Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano. Dopo la metà del XV secolo, la massa dei pellegrini diminuì; i palmieri (pellegrini diretti a Gerusalemme) erano scomparsi. I turchi erano padroni della Palestina; Costantinopoli era caduta e l’impero Bizantino scomparso. Nessuno più si avventurava sulla rotta per il Medio Oriente.
Nel frattempo, il Vescovo Carlo Pallavicino, tenendo in giusto conto le esigenze di una società in grande fermento, fece costruire a Lodi il nuovo e grande ospedale dello Spirito Santo (ora Ospedale Maggiore). Per costruire e mantenere in vita tale opera, eseguì il concentramento degli ospedali della città e di molti della Diocesi. Le notevoli proprietà dell’Ospedale di S. Giovanni Battista di Tavazzano crearono non poche difficoltà al Vescovo per l’accanita avversione del Cardinale Alessandro Sanseverino, che si rifiutava di cederle, in quanto commendatario. La controversia fu risolta dal papa Alessandro V, il quale promulgò una Bolla che dichiarava scomunicati tutti coloro che occupavano o tenevano cose e beni dell’Ospedale S. Giovanni Battista di Tavazzano. Così le sue proprietà passarono definitivamente all’Ospedale Maggiore di Lodi, il quale conserva ancora nel nostro paese due poderi agricoli.





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