La Parrocchia

Dopo la distruzione di Lodi, nel 1158, essendo i vescovi passati a Lodi nuova, anche le loro proprietà saranno in diverse mani.
Per Villavesco, il trapasso da patroni privati a forma di vera Parrocchia si ha solo dopo il Concilio di Trento, quando si inizia la serie dei veri parroci con l’investitura fatta dal Vescovo Capisucco nella persona di Don Stefano Barateri, il 6 dicembre 1563. Nel 1600 si cominciò a pensare ad una nuova chiesa che sostituisse quella precedente ormai piccola, per l’aumento degli abitanti. La costruzione della Chiesa parrocchiale si può datare nel 1600 circa sull’area della vecchia cadente.
Nel 1940 Don Giuseppe Tonani, visto l'aumento della popolazione, decise di provvedervi con la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale, in un luogo più centrale, e precisamente a Tavazzano, trasformando quella antica di Villavesco in Santuario della Madonna Addolorata. Nel 1954, il Vescovo di Lodi erigeva la nuova Parrocchia di Tavazzano sotto il titolo di S. Giovanni Battista. Come già sappiamo nel 1954 Don Giuseppe Tonani rinunciò alla Parrocchia e venne trasferito a Lodi come Assistente religioso dell’Ospedale Maggiore.
Venne come nuovo Parroco Don Giuseppe Arfani. Intelligentissimo, si teneva aggiornato sugli sviluppi e le evoluzioni della questione sociale, della quale visse l’impatto nel mondo cattolico. Direttamente partecipò alla fondazione di varie Casse Rurali, considerate allora strumento indispesabile per l’emancipazione e la crescita dei lavoratori della terra. Non fu solo attento ai problemi sociali, ma ne cercò le traduzioni e le realizzazioni concrete. A Villavesco un condominio e altri edifici di abitazioni popolari sorsero per suo interessamento. Lettore indefesso, seguiva i problemi dell’arte e della cultura, che fece servire per l’architettura ecclesiastica e per la liturgia. Uomo colto, meritava la fiducia della gente che a lui si rivolgeva per consigli, che dava con sincerità, non preoccupandosi certo delle buone maniere e della forma. Ammiratore di Rosmini, di Don Mazzolari, oppositore fiero del fascismo, seppe formare attorno a lui un gruppo di giovani coscienti e impegnati. Questo è solo un piccolo stralcio dell’omelia tenuta da Monsignor Staffieri nella celebrazione della esequie del "Prevostino di Villavesco", venuto a mancare il 15 dicembre 1978.
A Maggio del 1979 il Vescovo Monsignor Magnani designò quale nuovo Parroco il coadiutore di Spino d’Adda, Don Rosolino Rebughini. Il 22 giugno 1979 era "il Cittadino" a riportare la cronaca dell’ingresso del nuovo Parroco: "Espletate le cerimonie di rito, quali il bacio del crocifisso, il suono delle campane, la presa di possesso del confessionale e dell’ambone, al Vangelo, Don Lino ha tenuto un’omelia che ha rappresentato per i suoi parrocchiani un’auto presentazione. Con la modestia che lo distingue ha parlato ai presenti citando i motivi di apprensione e di sollievo che hanno accompagnato la sua nuova responsabilità. Ha dichiarato la propria disponibilità e confessato il bisogno di essere aiutato da parte dei suoi nuovi parrocchiani, in modo particolare con le preghiere".
Come primo intervento, il Parroco mise mano al restauro del campanile. Ai primi di maggio del 1979 una lastra di piombo, che copriva la cupola della torre campanaria, se ne staccò, Una parte piccola volò a terra, l'altra più grande restò agganciata ai piedi della cupola, pericolante e pericolosa. Alcuni volonterosi legarono questo pezzo cadente, provvisoriamente, ma questa provvisorietà doveva durare più di un anno. E’ facile dire: rifare la copertura della cupola e questa volta in rame; e usare il ponteggio alto quaranta metri per il rifacimento dell’intonaco già cadente. Bisognava partire con un fondo cassa che desse affidamento per pagare le spese. Si ricorse, come in tutte le parrocchie, alle offerte dei fedeli: auto tassazione mensile e offerte varie. L’amministrazione comunale assicurò un contributo di cinque milioni e così si iniziarono i lavori a settembre 1980. Ma se il preventivo fatto era di circa trenta milioni, questa cifra sarebbe stata superata al termine dei lavori. Infatti vennero decisi le entrate di protezione, il parafulmine regolamentare; la copertura della cupola fu fatta in rame ed essa fu sormontata da una bella croce pure in rame; furono coperti anche i due cornicioni esterni.
Abbiamo citato la sistemazione del campanile. Ma anche l’interno della chiesa è stato interamente restaurato. Un intervento generale di pulizia interna ha portato all’eliminazione delle muffe e alla valorizzazione di tutti gli affreschi con la riproposizione delle parti di decorazione andate perdute negli anni. E’ stato fatto l’impianto elettrico interno ed è stato pure posato il nuovo impianto di elettrificazione delle campane. Ma rilevante è stato anche il totale rifacimento della facciata, con il grande consolidamento della stessa. C’erano crepe che facevano temere il peggio. Il rifacimento dell’intonaco ha messo in evidenza tutte le significative caratteristiche architettoniche di questa bella chiesa.
Caratteristiche che emergono ulteriormente a seguito del rifacimento del sagrato (il precedente risaliva al 1894).
Il restauro della facciata laterale e la posa del marciapiede ha dato nuovo ulteriore lustro a questo edificio, che è sicuramente il più antico del territorio comunale di Tavazzano.
Quando Don Rosolino Rebughini giunse parroco a Villavesco, nel 1979, la comunità contava 303 abitanti. Nella primavera del 1995 gli abitanti erano scesi a quota 225. Se si considera tale scarso numero di abitanti e viceversa le considerevoli spese compiute per il restauro del patrimonio parrocchiale, si comprende come la gente abbia risposto con slancio e generosità alla proposta che il Parroco ha rivolto.



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